Lungo un percorso segnato da una costante evoluzione stilistica, i Club Dogo hanno contribuito in maniera decisiva a portare Milano sulla mappa del rap italiano e a sdoganare l’hip-hop nel circuito mainstream. Dopo l’esperienza nel collettivo Sacre Scuole, Guè e Jake La Furia uniscono le forze con il beatmaker Don Joe e nel 2003 danno alle stampe Mi fist. L’esordio del trio è il biglietto da visita di una poetica di strada allergica ai compromessi, che vede le rime degli MC rincorrersi sulla base tra torbide narrazioni urbane, pungenti affronti sociali e spunti conscious, in una formula corrosiva che si ripresenta in forma appena smussata nei successivi Penna Capitale (2006) e Vile Denaro (2007). Pubblicato per Universal nel 2009, Dogocrazia spiana la strada alla definitiva consacrazione commerciale, mentre un anno dopo le contaminazioni elettroniche di Che bello essere noi alzano la posta in gioco, arrivando ad attirare le attenzioni dei grandi media nazionali. La parabola ascendente prosegue inarrestabile nel 2012 con Noi siamo il club, che conferma la svolta sintetica e mette in luce la volontà di aprirsi all’influsso del pop a suon di ritornelli magnetici e barre disinvolte. A partire da un titolo profondamente provocatorio, nel 2014 Non Siamo Più Quelli Di Mi Fist diventa invece la rivendicazione di libertà artistica di una formazione camaleontica, capace di spaziare tra le influenze senza tradire la propria identità.