After the Gold Rush

After the Gold Rush

È molto probabile che After the Gold Rush sia stato il primo album multiplatino registrato in una cantina. E si sente. In queste canzoni, Neil Young ha definito lo stile che l’avrebbe caratterizzato per oltre 50 anni: immediato, diretto e un po’ caotico, attraversato da intuizioni che sembravano celare verità creative più profonde. Quando il giovane prodigio della chitarra Nils Lofgren si propose per suonare il piano pur non avendo padronanza dello strumento, il cantautore canadese pensò che fosse esattamente il tipo di pianista che stava cercando. Proprio nel momento in cui l’ottimismo degli anni ’60 stava sprofondando in un senso di disillusione dovuto alla guerra in Vietnam e alle problematiche ecologiche, Young decise di ritirarsi in atmosfere riservate e sofferte, mettendo a punto un tono che avrebbe influenzato intere generazioni artistiche, da Elliott Smith ai Bon Iver. In contrapposizione al gusto sofisticato di nomi come James Taylor e Joni Mitchell, il musicista di Toronto preferiva adottare un approccio comunicativo semplice e lineare.

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