Nel turbinio di un'incessante sfida creativa partita negli anni ‘80, la chitarra di Steve Vai diventa il prolungamento di un'anima votata al virtuosismo. Un'inestimabile quantità di note si sussegue in assoli abbaglianti che affrontano apertamente strumenti e voci con botta e risposta carichi di effetti speciali. Quando è tempo di sperimentare, il manico sembra ignorare i confini della tastiera, portando la ricerca tra un divertissement e dolci pizzicati clean che si disperdono in accenni funky e doo-wop: e accantonando l'hard rock, il musicista svela persino un maestoso alter ego neoclassico.