Abile nel passare agilmente dall'urlo disperato al falsetto, è stato il versatile frontman Daniel Sanders a condurre con sicurezza i Gyroscope in un universo di inni traboccanti energia e furore elettrico a metà degli anni Zero. Intrecci di voci, solenni introduzioni di pianoforte e break affidati a spiazzanti passaggi acustici sono circondati da riff di scuola underground e vengono smossi da brusche sollecitazioni dinamiche che arrivano direttamente dal post-grunge: squarci melodici emo e lente riflessioni in chiave pop sfaccettano ulteriormente il profilo della band australiana.