Nella musica dei Rammstein, una grandiosità figlia della tradizione operistica si sposa col fragore dell’industrial e la sensualità della dance, per dare vita a una pirotecnica creatura dominata dal gutturale crooning di Till Lindemann. • In prima linea nel movimento Neue Deutsche Härte, influenzato da metal e techno, il gruppo si forma a inizio anni ’90 su iniziativa di Richard Z. Kruspe, mutuando il nome dalla storpiatura del toponimo del teatro di una sciagura aerea. • Il marcato accento del cantante sui testi in tedesco e la commistione di riff chitarristici e pesanti marce elettroniche sono la sinistra base su cui si fonda Herzeleid, che nel 1995 impone il futuristico goth della band e conquista un posto nella colonna sonora di Strade perdute (1997) di David Lynch. • Sull’onda del successo di ‘Engel’ e ‘Du hast’, Sehnsucht (1997) espande a livello globale un sound pachidermico, dove violenza, erotismo e critica sociopolitica godono di calibrate dosi di ironia e sarcasmo. • Sedotto il panorama alternativo, la formazione persegue nel terzo millennio una formula sempre più lirica e provocatoria, in bilico tra richiami macabri (Reise, Reise, 2004) e metodi promozionali sul filo della pornografia, quando nel 2009 il video di ‘Pussy’ viene diffuso su un sito hard. • Dopo quasi 10 anni di silenzio, ‘Deutschland’ introduce a colpi di disco doom il ritorno eponimo (2019), seguito a sua volta dall’apocalittica riflessione sul tempo di Zeit (2022).