I 100 migliori album
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- 22 OTT 1969
- 9 brani
- Led Zeppelin IV (Remastered) · 1971
- Led Zeppelin II (Remastered) · 1969
- Led Zeppelin IV (Remastered) · 1971
- Led Zeppelin IV (Remastered) · 1971
- Physical Graffiti (Remastered) · 1975
- Led Zeppelin III (Remastered) · 1970
- Led Zeppelin (Remastered) · 1969
- Led Zeppelin IV (Remastered) · 1971
- Led Zeppelin II (Remastered) · 1969
- Led Zeppelin (Remastered) · 1969
Album essenziali
- L’unico doppio album in studio dei Led Zeppelin celebra l’energia di un coerente assemblaggio di nuovo materiale e brani non inseriti nei lavori precedenti. Tra omaggi al blues e lente discese in slide, il rock esplode nei soli stratificati e nelle scalate di riff che Jimmy Page serve a una sezione ritmica multidisciplinare e all’erotica intensità di Robert Plant. La mitologica ‘Kashmir’ è solo uno tra i picchi di un capolavoro che contiene anche l’inusuale country folk di ‘Down By the Seaside’.
- Risultato di un processo creativo di grande libertà, il quarto album dei Led Zeppelin può essere considerato la sintesi delle vie percorse dalla band fino al 1971. Con l’iter dal fingerpicking in stile folk gallese alla 12 corde elettrica, fino alla maestosa uscita heavy, ‘Stairway to Heaven’ è il cuore multiforme di un arsenale di trovate geniali che la leggenda vuole in parte frutto del caso, come l’intro di John Bonham in ‘Rock and Roll’ o l’evoluzione medievale di ‘The Battle of Evermore’.
- Le stanze di una casa nel mezzo del Galles scelta come ritiro compositivo ispirano ai Led Zeppelin una versione quasi pastorale e marcatamente acustica della loro musica sotto l’influenza del folk celtico. In uno degli attacchi più sferzanti mai prodotti dalla band, gli aggressivi riff di ‘Out on The Tiles’ e il seducente blues classico di ‘Since I’ve Been Loving You’ volteggiano attorno al fulcro di un album che vede Jimmy Page utilizzare anche mandolini, dulcimer e chitarre a 12 corde.
- Quello che alla sua prima apparizione nel debutto del 1969 era sembrato a tratti macchinoso – un blues elettrico inglese virato in una versione più pesante, lenta e rumorosa – appariva fluido e naturale solo otto mesi più tardi in Led Zeppelin II. Decisiva era stata l’esperienza live della band: se un paio di canzoni erano nate o cresciute dal vivo, altre (in particolare ‘Whole Lotta Love’) riflettevano l’affiatamento di un gruppo che aveva sviluppato la capacità di rendere la musica maggiormente diretta e che si sentiva in grado di prendere rischi più grandi ed estremi. Se molto è stato detto delle libere citazioni del blues americano di matrice Black proposte dai Led Zeppelin, la verità – e l’eredità – è un po’ più complessa. Ascoltare con attenzione l’album significa sentire quattro giovani inglesi assorbire il genere non come un atteggiamento progressivo ma come un sapere arcano, ruvido e brumoso quanto i tocchi celtici di ‘Thank You’ o le visioni d’ispirazione tolkieniana sfruttate da Jimmy Page in ‘Ramble On’. Led Zeppelin II ha segnato il momento in cui la formazione ha capito come rendere il rock a base blues qualcosa di difficile da riconoscere.
- In un vortice chitarristico esaltato da una detonante sezione ritmica, il blues americano incontra il folk inglese con il favore di una strisciante nota psichedelica: il debutto dei Led Zeppelin entra subito nel vivo di un’avventura dove una percussione metronomica può diventare un riff, mentre uno spagnoleggiante arpeggio acustico si trasforma in una bomba di elettricità. Con brani come ‘Dazed and Confused’ e ‘Communication Breakdown’, la leggenda rock di Jimmy Page e soci è appena all’inizio.
Album
Playlist: artisti
- La band britannica scolpisce le tavole della legge hard rock.
- Radici, azzardi e ceselli ai margini di un sound titanico.
- Con echi metallici e incalzanti hanno forgiato generazioni.
- Tutto il riverbero di impeti colossali e sogni folk.
- Potenza e psichedelia hard rock distillate in frammenti intensi.
Album live
Informazioni su Led Zeppelin
Autentiche icone degli anni ’70, i Led Zeppelin sono stati gli alfieri di un’ondata hard rock capace di lasciare un solco profondissimo nella storia grazie a un sound multiforme e inconfondibile. Fondato dall’ex membro degli Yarbirds Jimmy Page, che recluta il bassista John Paul Jones, il cantante Robert Plant e il batterista John Bonham, il gruppo trova subito una potente intesa, grazie a influssi variegati provenienti da blues, folk e psichedelia. Se l’eponimo album d’esordio (1969) evidenzia un’impronta graffiante che rielabora in senso pesante la tradizione, la seconda prova (1969) contiene intuizioni destinate a finire nell’antologia della musica dura, come dimostrano il riff ostinato di ‘Whole Lotta Love’, il tapping solitario di ‘Heartbreaker’ e la funambolica ritmica di ‘Moby Dick’. Mentre i toni galoppanti e malinconici del terzo capitolo (1970) offrono uno sguardo su una vena eclettica smisurata, il quarto presenta nel 1971 una carta d’identità della band, governata dall’intramontabile pathos poetico di ‘Stairway to Heaven’ e dalla carica deflagrante di ‘Black Dog’. Groove in levare e innesti popolari si fanno largo in Houses of the Holy (1973), seguito nel 1975 da Physical Graffiti, trainato dall’incedere ipnotico della monumentale ‘Kashmir’. A interrompere la cavalcata, nel 1980, è la tragica morte di Bonham, che di fatto sancisce lo scioglimento di una formazione ormai entrata nel mito.
- ORIGINI
- London, England
- FORMAZIONE
- 1968
- GENERE
- Hard rock