Ultima uscita
- 13 LUG 2023
- 1 brano
- What Was I Made For? (From The Motion Picture "Barbie") - Single · 2023
- WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO? · 2019
- lovely - Single · 2018
- WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO? · 2018
- WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO? · 2019
- everything i wanted - Single · 2019
- Happier Than Ever · 2021
- dont smile at me · 2016
- dont smile at me · 2017
- dont smile at me · 2017
Album essenziali
- “Non c’è stata nessuna forzatura, pressione o paura”, dice Billie Eilish ad Apple Music in merito alla genesi di Happier Than Ever. “È stato bello”. Ancora una volta scritto e registrato per intero insieme al fratello FINNEAS, il secondo LP di Eilish vede la 19enne cantautrice in uno stato profondamente riflessivo, mentre prende spunto dal primo anno di pandemia per elaborare i diversi modi in cui la sua vita è cambiata e la sua persona si è evoluta dopo essere rapidamente diventata una delle teenager più famose e influenti del mondo. “Ho l’impressione che tutto ciò che ho creato prima d’ora, per quanto lo ami, fosse una specie di battaglia con me stessa”, spiega. “Ho parlato con persone la cui carriera artistica è in ascesa e ho detto loro ‘So come ci si sente, ma non so come sia per voi’. Ognuno vive questa esperienza in modo totalmente diverso”. Più aperto e arioso dal punto di vista della produzione e degli arrangiamenti, largamente ispirato alle placide sonorità pop e jazz di metà secolo della cantante Julie London, Happier Than Ever segna un netto cambio di rotta rispetto alla tendenza a superare i confini di genere e alle atmosfere vagamente sinistre di WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO?, album del 2019. Che condivida nuove prospettive sull’età (‘Getting Older’), sulla sensualità (‘Oxytocin’) o sull’assurdità della fama (‘NDA’), nel canto di Eilish c’è sempre un senso di genuina libertà, per non dire di pace. La voce è in grado di cambiare forma e consistenza in base alle necessità, si tratta di uno strumento esclusivamente soggetto al suo controllo e a quello di nessun altro. “Ho iniziato a sentirmi come se fossi una parodia di me stessa, è una cosa stranissima”, confessa. “Ho provato ad ascoltarmi e a capire cosa mi piacesse veramente, piuttosto che focalizzarmi su ciò che in passato pensavo potesse piacermi. Ho dovuto fare a tutti gli effetti una valutazione di me stessa e chiedermi ‘Cosa diavolo voglio fare di me ora?’”. È un segno di crescita, particolarmente evidente nelle ambientazioni terse di ‘my future’ e nella trasparenza emotiva della straordinaria title track del disco, che inizia come una graziosa ballata e si sviluppa in un’onda crescente di chitarre distorte e urla lontane, in modo tanto naturale quanto inatteso. Entrambi i pezzi rappresentano un chiaro passo in avanti. “Non ho pensato a cose tipo ‘Questa cosa sarà? Che canzone è?’”, sottolinea parlando del processo creativo. “Abbiamo semplicemente iniziato a scrivere e siamo andati avanti. Col tempo, il progetto ha letteralmente preso forma da solo. È successo e basta. È stato facile”.
- Fin dal tormentone alt-pop ‘Ocean Eyes’ del 2016, Billie Eilish ha subito messo in chiaro di essere una pop star atipica: un personaggio introverso e orgogliosamente bizzarro, che predilige melodie rilassate, beat malinconici, video inquietanti e una maliziosa strafottenza stile Tyler, The Creator. Ad appena 17 anni, la losangelina – che ha studiato tra le pareti domestiche insieme al fratello e coautore Finneas O’Connell – presenta il suo attesissimo album d’esordio, una disturbante indagine su tutti quegli spazi oscuri e misteriosi che albergano negli angoli più reconditi della nostra mente. Beat dance sinistri introducono il sample di un dialogo tratto da The Office in ‘my strange addiction’, mentre una voce sussurrata si appoggia al tappeto di bassi distorti di ‘xanny’. “Ci sono un sacco di prime volte”, dice Finneas. “Non tanto in termini di soluzioni che non avevamo mai usato prima quanto, piuttosto, di momenti come quello in cui Billie canta di sentirsi innamorata per la prima volta. Hai un milione di occasioni per fare un album di cui essere fiero ma solo una di scrivere la canzone che descrive una sensazione del genere.” Affascinata e angosciata allo stesso tempo da fenomeni come panico notturno e paralisi da sonno, Billie ha una relazione complicata col proprio subconscio. “Io sono il mostro sotto il letto, sono il mio peggior nemico”, ha spiegato su Beats 1 a Zane Lowe durante un’intervista a Parigi. “Non che l’intero album sia un brutto sogno, è semplicemente… surreale.” Con un conturbante e instabile mix di rabbia adolescenziale e sperimentalismo, Billie Eilish incarna perfettamente l’immaginario di una star nel 2019, e questa è esattamente l’idea che lei e Finneas hanno in mente mentre preparano la prossima fase del suo piano per la conquista del pop. “Questo è il mio bambino” dice “e devi tenerlo mentre ti vomita addosso.” Capire i suoi sogni: Billie: “Ognuna delle canzoni del disco parla di qualcosa che succede quando dormi: paralisi nel sonno, panico notturno, incubi, sogni lucidi. Tutti fenomeni inspiegabili che ho provato sulla mia pelle. Io quando sogno me ne rendo sempre conto. A volte, addirittura, le cose che sogno accadono realmente il giorno dopo ed è stranissimo. L’album non è la descrizione del sogno, ma del sentimento che provoca.” Uscire dalla sua testa: Billie: “Ci sono un sacco di menzogne spudorate. Non è tanto come fanno i rapper quando inventano storie perché pensano di rendere tutto più fico. È più qualcosa di simile all’estrarre un personaggio da te stesso. Ho scritto ‘8’ adottando il punto di vista di qualcuno che avevo ferito. Chi la sente pensa che la povera Billie sia la vittima ma la verità è che per un minuto mi sono comportata da perfetta stronza e l’unico modo che avevo per accettarlo era mettermi nei panni di chi aveva subito le conseguenze del mio atteggiamento.” Essere un modello di nichilismo adolescenziale: Billie: “Adoro incontrare questi ragazzi. Se ne fregano di tutto e dicono che è merito mio, cosa che mi provoca sensazioni indescrivibili. E non è che non siano interessati agli altri, o all'amore, o a prendersi cura di loro stessi: il punto è che non bisogna per forza conformarsi a qualcosa, perché prima o poi moriremo tutti. Arriverà il giorno in cui nessuno si ricorderà di te, che sia fra uno o fra centinaia di anni. Niente di tutto quello che farai o di quello che ti verrà fatto avrà più importanza. Quindi, perché cercare di essere qualcosa che non si è?” Accettare la tristezza: Billie: “La depressione ha in qualche modo controllato tutto nella mia vita. Per ogni istante della mia esistenza sono stata una persona malinconica. Per me è la norma.” Finneas: “Ci sono momenti di gioia profonda e Billie e io ne condividiamo molti. Quando i nostri motori si spengono, però, è come se scivolassimo nel baratro. E sono orgoglioso che non abbiamo evitato canzoni sull’odio verso se stessi, sull’insicurezza e sulla frustrazione, perché sono tutte cose che proviamo. Credo che, nella musica, riuscire a dare empatia alle persone sia un grande risultato.” Rimanere presenti: Billie: “Ora devo sedermi e capire davvero cosa sta accadendo. Il concerto a Stoccolma è stato uno dei momenti più significativi della nostra vita. Mentre ero sul palco, guardavo il pubblico che non smetteva di urlare e ho detto che solo poco tempo prima stavo seduta in soggiorno a piangere perché desideravo fare proprio questo. Ma non pensavo si sarebbe avverato neanche in un migliaio di anni. Abbiamo veramente il magone ad ogni show.” Finneas: “Ogni concerto sembra l’ultimo. Lo percepiscono come il tour dell’addio. E in un certo senso hanno ragione, perché anche se è la nascita dell’album, rimane comunque la fine di un episodio.”
Album
Playlist: artisti
- Il surreale universo visivo di una fuoriclasse dell’alt-pop.
- L'indie pop dell'artista statunitense ha radici rhythm and blues.
- Un incentivo all’attività fisica da parte della star americana.
- I brani del film Apple Original di R.J. Cutler su Apple TV+.
Album live
Programmi radio
- Billie Eilish e suo padre condividono canzoni e pensieri.
Informazioni su Billie Eilish
La prima cosa che Billie Eilish fa quando prova una nuova sensazione è appuntarsela sul telefono. “Puoi scrivere qualsiasi cosa”, ha detto ad Apple Music in un’intervista per la serie Up Next. “Puoi dire la verità senza svelare a nessuno che quella è la verità: puoi semplicemente scriverla e sarà solo tua”. Cresciuta a Los Angeles con un’istruzione domiciliare curata da genitori attori e musicisti, Eilish (all’anagrafe Billie Eilish Pirate Baird O’Connell) ha cominciato a comporre canzoni intorno agli 11 anni, esplorando un ceppo di pop malinconico, minimale e vagamente surreale, influenzato tanto da Lana Del Rey, quanto dalla radicale onestà di rapper come Tyler, the Creator ed Earl Sweatshirt. Scrivendo e registrando col fratello e producer FINNEAS a casa di mamma e papà, Eilish ha fatto seguire una serie di singoli in evoluzione costante alla pubblicazione nel 2017 di dont smile at me, dimostrando come nell’era dello streaming gli artisti siano liberi di passare direttamente dalle loro camerette alle luci della ribalta. Appena due anni dopo aveva già sbancato i Grammy con WHEN WE ALL FALL ASLEEP WHERE DO WE GO?, un’opera di pop sperimentale che analizza la salute mentale e tutto il campionario dei fenomeni del sonno, stravolgendo completamente l’ordine costituito del pop nel 2020. È inoltre stata nominata Global Artist of the Year nell’edizione inaugurale degli Apple Music Award. Nonostante l’attenzione, Eilish sta facendo del proprio meglio per ritagliarsi uno spazio di libertà e fluidità, espandendo il raggio delle collaborazioni (Vince Staples, Khalid) e schivando le facili definizioni. “Se le persone pensano che io abbia un sound, se credono di riconoscerlo, se qualcuno vi chiede quale sia il mio sound e voi avete la risposta, beh, vi sbagliate”, dice. “Invece di cercare un suono, quando voglio fare qualcosa o quando ho un’idea di ciò che voglio fare, la faccio e basta”.
- LUOGO DI NASCITA
- Los Angeles, CA, United States
- DATA DI NASCITA
- 18 dicembre 2001
- GENERE
- Alternativa