New Me, Same Us

New Me, Same Us

Dopo cinque album in studio, i Little Dragon si sono fatti una certa reputazione a livello di sperimentazione tra i generi, R&B downtempo anni ’90 e pop anni ’80. La band era sempre rimasta piuttosto fedele al suo sound dance club onirico ma, a tre anni dall’uscita di Season High, il quartetto svedese è maturato sul piano dei testi. In New Me, Same Us, gli argomenti spaziano dalla cronaca di quanto la vita possa essere monotonia al confronto con la perdita delle persone care. “È decisamente un album personale per noi”, dice la voce principale Yukimi Nagano ad Apple Music, durante un’intervista track-by-track per l’ultimo lavoro del gruppo. Hold On “Questa all’inizio aveva un sound molto house. La versione demo mi ricordava tantissimo ‘Unfinished Sympathy’ dei Massive Attack, una formazione che ha esercitato un’enorme influenza su di noi. Il pezzo ha un significato più profondo sull’accettazione del cambiamento, che si applica benissimo a molte delle altre tracce. Questa, in particolare, parla dell’essere in grado di lasciare andare una vecchia parte di te per accettare quella che è in qualche modo una nuova versione. E del non essere pronti, però, a liberarsi del tutto della parte vecchia.” Rush “‘Rush’ è fondamentalmente una canzone sulla sensazione che le nostre vite moderne e tutto il resto si muovano come un turbine, vorticosamente, e sull’incapacità di riflettere seriamente sul tuo io interiore. Assorbiti dall’idea di essere questa freccia lanciata in avanti nella vita, siamo pieni di sentimenti di paura, ansie da separazione e tutto questo genere di cose che forse non riusciamo nemmeno ad affrontare come si deve. Parla della frenesia della vita moderna.” Another Lover “I ragazzi mi hanno passato questo beat e mi è piaciuto subito. Avevo una melodia sulla quale stavo lavorando e mi ero un po’ bloccata. Era il mio compleanno e mi sono calata un fungo allucinogeno. Dovevo solo stendermi, chiudere gli occhi e vedere quello che sarebbe successo. Ho cominciato a sentire un’enorme combinazione di dolore e tristezza nei confronti di una persona per la quale non ero mai stata capace di provare nessuna empatia. E quando ho percepito tutte queste cose, mi sono detta: ‘Ok, devo reagire. Voglio davvero scrivere questa canzone’. Quindi, nel mezzo di quest’esperienza, ho composto il pezzo. Sembrava estremamente genuino, come se il mio cuore fosse completamente aperto. Ho praticamente registrato il cantato subito dopo, tra fiumi di lacrime e con il moccio che mi usciva dal naso. Mi sono accorta che la mia voce era roca e barcollante. L’abbiamo registrata di nuovo il giorno dopo.” Kids “‘Kids’ è una delle nostre tracce più giocose e sperimentali. È un po’ dark e allo stesso tempo piena di speranza, decisamente una riflessione su questi tempi di grande individualismo, in cui tutti sono le star della loro storia e i bambini crescono in questa follia. Il synth porta una vibrazione celestiale ma c’è anche molta oscurità. Ha un sacco di emozioni contrastanti ed era uno di quei brani che sentivamo dovesse necessariamente essere nel disco. Non era un singolo o cose simili ma aveva quell’atmosfera sperimentale che ci piace ed è importante per noi mantenere.” Every Rain “Veniamo tutti da questa terra, da questo pianeta, da questo universo. Siamo ogni pioggia, le nuvole, il cielo, siamo ogni cosa qui insieme, ma cambiamo forma.” New Fiction “Questa è cominciata con Fred [Källgren Wallin] che cantava il ritornello e trafficava con una specie di versione demo. Ricordo che raccontava di essere andato a una festa e di aver avuto la sensazione di vederla come un’esperienza molto squallida in cui tutti cercavano di essere qualcosa. A volte ti senti fuori luogo in quelle situazioni e ti sembra che ognuno stia interpretando un ruolo e seguendo in un certo senso una specie di programma invisibile. Abbiamo bisogno di nuove fantasie che siano più epiche di questa. La mia parte preferita è il piano solo alla fine, perché in questo momento abbiamo un pianoforte a coda in studio. Non ne abbiamo mai messo uno in una canzone. Fred era un po’ in ansia perché non è uno strumento economico. Prende un sacco di spazio ed è circondato da un’aura molto seria. Era così emozionato all’idea di avere il piano che quando è arrivato gli ha messo addosso una grande pressione. Siamo stati molto felici di alleviarla lasciandolo sfogare su questa traccia.” Sadness “La tristezza è lo spazio della transizione. Può davvero condurti a qualcosa di meraviglioso. È una specie di luogo in cui guarire, dove le tue lacrime possono essere qualcosa di bellissimo e utile. Mi è sempre piaciuto il contrasto che si crea quando la musica trasmette una certa emozione e le parole la contraddicono.” Are You Feeling Sad? “Abbiamo un sacco di canzoni che non sono finite sull’album ma ‘Are You Feeling Sad?’ era semplicemente un beat che ci sembrava contagioso e divertente. Non mi suscitava nessun pensiero profondo. Non mi sono scervellata per cercare qualcosa da scriverci. È stato una specie di freestyle: sono andata in cabina e ci ho messo delle voci. Non mi dispiaceva l’idea di un pezzo ballabile che fosse allo stesso tempo una sorta di ninnananna rilassante. Poi con il featuring di Kali [Uchis] ci siamo davvero caricati, perché adoro la sua strofa, che ha aggiunto decisamente qualcosa al tutto. L’ha sollevata.” Where You Belong “È nata come chitarra e voce. Non decisamente nel tipico stile Little Dragon, con beat assurdi dal computer di qualcuno. La canzone parla della sensazione che provi quando perdi qualcuno ma hai ancora il suo numero sul telefono e vuoi sentire la sua voce, vuoi parlarci. C’è quella realizzazione del fatto che non è lì ma è sempre con te. Chiudi gli occhi e sai che, qualunque cosa succeda, è con te.” Stay Right Here “‘Stay Right Here’ è una canzone d’amore. Ogni disco è una sorta di riflesso del punto in cui siamo nelle nostre vite in quel momento. Ho incontrato qualcuno che ora per me significa tantissimo. È piuttosto letterale, anche nel testo.” Water “Anche ‘Water’ è una canzone che è cambiata molto dalla versione demo. All’inizio era molto elettronica e alla fine è diventato un pezzo che sembra quasi un po’ country. È scritta in maniera frammentata: di solito butto giù diverse frasi che mi vengono al momento. Parla del tempo che passa, dello stare seduti, invecchiare e guardare fuori. Volevo ottenere la sensazione di una specie di viaggio della vita, che comincia da qualche parte per finire in un altro luogo. Inizi nel deserto e ti ritrovi nell’acqua.”

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