Give Or Take

Give Or Take

“L’intero disco è incentrato sull’idea di una conversazione tra me e mia mamma, che ci diamo semplicemente degli aggiornamenti”, spiega GIVĒON a Apple Music a proposito del suo album d’esordio. Quella della donna è la prima voce che sentiamo, mentre spiega al cantante quanto sia orgogliosa di lui. Poi parte la jam notturna ‘Let Me Go’. “Decide if I am worth the time I cause you/Let me know or let me go” [“Decidi se sono degno del tempo che mi dedichi/Fammi sapere o lasciami andare”], recita il ritornello, prima che la madre torni a parlare ricordando: “People make mistakes/People don’t always agree with each other/Keep that in mind” [“Le persone commettono errori/Le persone non sempre sono d’accordo/Tienilo a mente”]. Le pagine di Give or Take si dispiegano come quelle di un diario, che descrive le avventure romantiche di un ventenne che ama l’amore, ma che non sempre è pronto ad accoglierlo. Tra occhi che vagano, tempistiche sbagliate e un desiderio di guarigione in contrasto con la debolezza della carne, gli spunti concettuali sono innumerevoli. Le canzoni sono esperienze raccontate alla madre, in cerca di consiglio o, forse, di assoluzione. “Ecco perché queste storie sembrano delle montagne russe e non una narrazione lineare, si tratta di eventi sporadici”, afferma. “Volevo offrire alla gente uno sguardo dietro le quinte di un 26enne che cresce”. Il meraviglioso timbro di GIVĒON ha una consistenza e una passionalità che consentono di infondere in ogni parola una sfumatura emotiva. Nel suo complesso, la produzione alimenta questo mood e permette alla voce di guadagnare il centro della scena. Di conseguenza, i pezzi suonano come i più maturi del suo repertorio, anche se l’interprete sta ancora cercando la maturità sentimentale. “Volevo assicurarmi di essere onesto e vulnerabile, e che tutto fosse portato a un livello più alto”, continua, aggiungendo che questa volta il suo approccio è stato leggermente diverso. “Le altre cose che ho fatto risalgono al 2019–2020. Quindi, naturalmente, sapevo che mi stavo evolvendo come artista nel corso del tempo, perciò non me ne preoccupavo troppo”. Alla fine di tutto, la mamma arriva alle lacrime. Ma sono lacrime di gioia. Di seguito, GIVĒON analizza le idee e le ispirazioni alla base di ogni traccia. ‘Let Me Go’ “Penso sempre che sia molto importante iniziare con qualcosa che agganci chi ascolta, qualcosa di pesante, percussivo, semplicemente ritmico. Il concetto di questo brano è che possiamo diventare qualcuno o nessuno, e in questo caso è stato nessuno. È la fine di tutto ciò che c’è stato prima. Questo pezzo è stato a tutti gli effetti una chiusura”. ‘Scarred” “‘Scarred’ parla di quando incontri una persona in modo troppo veloce, subito dopo una delusione amorosa, e dici ‘Mi piace tutto questo, ma non può funzionare perché la rottura è troppo recente e ho ancora dei problemi che persistono e devono essere risolti. Ma, egoisticamente, possiamo continuare a fare ciò che facciamo’. Perché a volte è più facile lasciarsi coinvolgere da qualcosa mentre si prova a stare meglio, piuttosto che fissare il muro e concentrarsi esclusivamente sulla guarigione”. ‘dec 11th’ “Sto solo preparando la scena per la prossima canzone, ‘This Will Do’. È un messaggio o un bat-segnale per una connessione che ho creato sul palco. La canzone successiva parla di quanto siano effimere queste connessioni, essenzialmente perché il palco non è la realtà. L’11 dicembre ho fatto un concerto sold out a Houston, è la data dello spettacolo”. ‘This Will Do’ “A volte, la produzione ha i propri schemi, ma penso che in certi casi l’artista sappia cosa funziona meglio, perché sappiamo su cosa cantare. Sappiamo quando dare respiro. Mi piace trovarmi nella condizione di poter far fluire meglio il tutto. ‘This Will Do’ è l’inizio della storia in cui dico che per la prima volta nella mia vita lavoro a un progetto nella condizione di single. E uno dei problemi che mi trovo ad affrontare essendo single ed essendo me stesso è che non sono sicuro di cosa sia vero e cosa sia finto. Nella traccia riconosco questa possibilità e l’accetto, dicendo che potrebbe anche essere una finzione, ma andrà bene”. ‘Get to You’ “‘Get to You’ è pensata per trasmettere una sensazione di sfinimento. Hai tutte queste opzioni, ma poi ti senti vuoto. La vita da scapolo non è una novità, ma è anche un messaggio che dice ‘Scusa se lo sto facendo con i miei tempi, ma in un certo senso dovevo’”. ‘Tryna Be’ “‘Tryna Be’ è semplice come dire ‘Ascolta, sto cercando di essere tutto ciò che dovrei e vorrei essere, ma…’. Parla anche di distanze e del tentativo di essere la versione migliore di te quando sai che nessuno sta guardando. Descrive anche la mentalità che porta a dire qualcosa a qualcuno e a essere onesti, senza che a nessuno importi. È una cosa molto reale. Ti trovi a dire a una persona ‘Senti, ho questo, questo e questo’ e la risposta è ‘Sai che c’è? Non mi interessa’. È la dimostrazione di quanto sia tossico il mondo odierno. Non che sia una novità, ma la situazione là fuori è folle”. ‘Make You Mine’ “Tutto ciò fa parte di un percorso, quindi questi sono dei traguardi intermedi che stavo attraversando. Una volta arrivato a ‘Make You Mine’, inizio a ricadere nel romanticismo. È una delle rare occasioni in cui mi mostro più sensuale, leggero e sognatore. Ho fatto poche canzoni su tale lunghezza d’onda, come ‘WORLD WE CREATED’ e ‘Garden Kisses’, e in ‘Make You Mine’ si vede questo lato”. ‘July 16th’ “In buona sostanza, si tratta solo di una sequenza temporale. Alla fine di ‘Make You Mine’ c’è una transizione, una conversazione in cui dico ‘So che mi sto muovendo troppo velocemente. Non posso farci nulla, sono fatto così’. E il messaggio di ‘July 16th’ è ‘Mi sto di nuovo muovendo troppo velocemente, provo a evitarlo ma lo faccio comunque’”. ‘For Tonight’ “Ho provato a fare in modo che questa canzone sembrasse in un certo senso contraddittoria. A livello sonoro è romantica e sembra un pezzo d’amore. Ma se scavi sotto la superficie, ascolti bene e leggi il testo, puoi vedere emergere la verità e renderti conto della stigmatizzazione di ciò di cui parlo. Perché talvolta è questo che sono le relazioni e la vita: dall’esterno sembra che vada tutto bene, ma quando utilizzi una lente di ingrandimento inizi a notare tutte le crepe”. ‘Lost Me’ “‘Lost Me’ parla di come io sia sempre alle prese con qualcosa. Sono sempre coinvolto romanticamente, ma per questa volta proverò a prendermi del tempo per me, a non lasciarmi deprimere e a non provare malinconia. È stato come alzare le spalle, un’espressione del desiderio di poter essere me stesso senza che la gente la faccia sembrare una cosa sbagliata. Ecco perché la musica è così… ha così tanto ritmo. È molto vigorosa. Ci sono le batterie, c’è una chitarra acustica leggera e ariosa in tutta la canzone. Mi stavo semplicemente rilassando”. ‘Lie Again’ “‘Lie Again’ è decisamente autoesplicativa. Parla di cercare informazioni, trovarle e poi sperare di non averle mai ricevute”. ‘Another Heartbreak’ “[Le ballate al piano sono] tra le forme e le strutture che preferisco per una canzone. Per quanto le ami così tanto, mi sono limitato a inserirne una sola nell’album. Potrei passare tutto il giorno a scrivere ballate per piano. Ma nel caso di ‘Another Heartbreak’ volevo che fosse ridotta all’osso e trasmettesse al contempo una sensazione cinematografica. In tutto il brano ci sono cambi di tonalità e di accordi, ma mantiene comunque un elemento fondante: i cori vocali, gli archi. Il senso è immediato, come a dire ‘Posso tollerare solo un’altra delusione amorosa. Stavolta deve funzionare, altrimenti avrò chiuso con tutto questo’. Sto dicendo che non riuscirei a sopportarne un’altra”. ‘At Least We Tried’ “Volevo assicurarmi di inserire anche dei momenti davvero positivi. È facile raccontare queste storie di dolore e malinconia, ma il fatto di riuscire e bilanciarle con ‘At Least We Tried’ o pezzi del genere credo sia ciò che lo rende davvero un album. In questo modo, può continuare su quelle montagne russe”. ‘Remind Me’ “È uno dei miei brani preferiti del disco, perché è molto introspettivo. È come quando guardi una persona e questa ti fa tornare in mente il vecchio te, quando non eri così premuroso, amorevole ed empatico. E ora ti sei imbattuto in te stesso. È il karma”. ‘Unholy Matrimony’ “‘Unholy Matrimony’ è davvero struggente, ma è anche fatalista. È così che vanno le cose. La narrazione è molto visiva. Puoi vedere il vestito bianco, lo smoking e tutto ciò che succede nella canzone. Le conversazioni con mia madre sono discorsi reali e organici che abbiamo affrontato, e tutti i pezzi si sono uniti alla perfezione”.

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