

Nei concerti di Rachmaninov, atmosfere nostalgiche dettate da un senso spiccato per la cadenza si alternano a passaggi virtuosistici di un cromatismo caro a interpreti come Vladimir Ashkenazy. Nel suo più tardo materiale sinfonico, riletto da maestri del calibro di Valery Gergiev, si avverte il superamento dell'iniziale modello di Tchaikovsky: nell'uso di temi e melodie Rachmaninov seppe ricorrere a un'economicità d'espressione quasi aspra, evidente anche nei lavori corali più mistici.