I Grandaddy hanno offerto uno spunto innovativo al panorama indie rock statunitense, combinando chitarre intrise di fuzz e sintetizzatori analogici in una fumosa nube di suoni psichedelici a bassa definizione. Mosso da un'ispirata vena cantautorale, il frontman Jason Lytle indaga il complesso rapporto tra uomo e tecnologia e si immerge con voce sottile in argute considerazioni emotive sospese tra positività e malinconia. Il sound della band californiana vive di melodie cristalline che alimentano intriganti cantilene oniriche, gemme pop ultraterrene e ballate rallentate dai sentori bucolici.