

Negli anni ’60, la scena d’oltralpe rielabora il fascino di linguaggi e stili, trovando brillanti soluzioni all’incrocio fra tradizione e modernità. Accanto a Jacques Brel e ad altri mostri sacri del cantautorato di casa, giovani talenti di assoluta grandezza come Françoise Hardy e Johnny Hallyday si ispirano al folk e al rock di matrice anglosassone per parlare vis à vis con e dei loro coetanei. A farsi largo è una nouvelle vague di futuri giganti e miti yé-yé che ha cambiato per sempre il panorama musicale di Parigi e dintorni, mettendo in discussione forme espressive e costumi consolidati.