Che il sassofonista di Hamlet fosse destinato a lasciare il segno lo avevano capito subito Miles Davis e Thelonious Monk. Al talento naturale e all'abilità tecnica del giovane Coltrane, la frequentazione di Davis, portò in dote quel pathos che in seguito si sarebbe trasformato in misticismo inebriante, diventando la cifra stilistica stessa della sua poetica.