Pioniere del synth e virtuoso della tastiera, George Duke è in grado di evocare l'Africa con sperimentale minimalismo e di prendere il controllo di un microfono carico di soul. Lanciato in un'orbita psichedelica o al centro del groove con Stanley Clarke, il suo gusto per la contaminazione coinvolge il rock e il mood brasiliano, in una fusione che favorisce anche l'incontro tra orchestra e jazz.