Emblema della coesistenza di cuore da rapper e cervello da beatmaker, Future era già un nome caldo prima ancora di esplodere all'inizio degli anni Zero. L'MC di Atlanta ha reinventato l'autotune come effetto in grado di dare una temperatura alla voce, ponendolo al centro della complessa texture di synth e ritmi metallici su cui i suoi parlati evolvono senza sforzo in cantati cibernetici. Capace di trasformare una sequenza di versi in una percussiva raffica di sillabe, il suo flow non sfigura nella sfida con altri re della rima e si incastra perfettamente nelle collaborazioni con artisti R&B.