Francesco Tristano vive da sempre in due mondi: se da un lato è un apprezzato interprete del repertorio barocco, dall’altro si rivela instancabile sperimentatore, in grado di affrontare con naturalezza sonorità classiche, sintetiche e spartiti contemporanei. Dall’esordio dei primi anni Zero, il pianista lussemburghese si è dedicato con la medesima febbrile passione alla rilettura di fondamentali pagine di Bach e di pezzi che hanno fatto la storia della techno, affiancato dal tocco sulla tastiera di Alice Sara Ott o in combutta con un gigante dell’elettronica come Carl Craig.