Torbide, agitate e a tratti tenebrose, le provocazioni in rima di Chief Keef riflettono in pieno l'inquietudine di un'anima turbolenta. A partire dalla prima metà degli anni ‘10, il rapper di Chicago ha dato sfogo al suo desiderio di riscatto con un velenoso suono di matrice elettronica che affianca sintetizzatori ossessivi alle pulsazioni asettiche della drum machine. Deformata da un sottile strato di effetti, la voce alterna enigmatiche trame mumble e metriche ben scandite dai toni minacciosi, nel cuore di un universo trap che si apre sporadicamente a sorprendenti influenze pop.