Dai locali di Kansas City, il registro baritonale di Big Joe Turner si è messo presto al servizio del blues dialogando con i tasti boogie woogie del piano di Pete Johnson. Considerato uno dei primi shouter della storia, il cantante ha portato la potenza del proprio timbro alle soglie del rock'n'roll, guidando con la stessa strabiliante energia piccoli ensemble e big band. Il caratteristico fraseggio jazz, unito alle asperità di uno stile aggressivo, ha contribuito a disegnare il profilo di un crooner con un sesto senso per lo swing e un'innata predisposizione al pop.