Dai primi anni Zero, i Baustelle riescono a combinare le qualità migliori della canzone italiana con richiami geograficamente e temporalmente lontani. Grazie alla scelta di precise sonorità di chitarre e tastiere, a riferimenti che toccano dimensioni come la scena britannica di fine millennio e al cantato vagamente nostalgico di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi, le loro tracce rievocano spesso un passato tanto indefinito quanto seducente. Elementi rock e spunti indie riecheggiano in arrangiamenti coinvolgenti, in cui romanticismo e ironia sono solo due facce della stessa medaglia.