Prendendo in prestito il nome da un personaggio televisivo, dalla metà degli anni ’10 Aya Nakamura ha creato con la sua musica un ideale punto di incontro di stili e culture. Nata a Bamako e cresciuta in Francia, l’artista ha saputo far dialogare il linguaggio dell‘urban internazionale con il background sonoro ereditato dall‘Africa, lasciando una personale impronta nel reggaeton e nell‘hip-hop. Una contaminazione che tra percussioni, arpeggi di chitarre e banjo e giochi di auto-tune non ha avuto problemi a fondersi con la trap di MHD e ha infiammato di ritmi danzerecci le barre di Dadju.