Hitmaker dalla mente social

Le piattaforme come Instagram, Snapchat e TikTok rappresentano per qualunque aspirante artista molto più di una possibilità per diventare virali. Sono strumenti per promuovere connessioni, l’opportunità di avere a portata di mano un pubblico che la pensa come te. Per questa Giornata internazionale della donna, Apple Music sta mettendo in risalto alcuni dei modi attraverso i quali le musiciste che si identificano come donne e non binarie traggono forza dalla comunità. Molte cantautrici della Generazione Z stanno creando delle reti online, dove possono esprimersi e creare un seguito alle proprie condizioni.
Per Tate McRae, astro nascente del pop e artista della serie Up Next di Apple Music, una comunità ha portato a un’altra. “Come ballerina, ascoltavo musica tutti i giorni, circondata da persone che amano creare”, racconta a Apple Music. “È stata la comunità della danza che mi ha spinta a scrivere musica”. Nel 2017, quando aveva appena 14 anni, la cantante nativa di Calgary ha postato, sul suo canale YouTube, un video in cui lavorava a una canzone dedicata alla danza. “Non ho idea di come sia successo”, ha raccontato. “Avevo solo bisogno di tirar fuori qualcosa”. Vista quasi 40 milioni di volte, la clip l’ha aiutata a ottenere un contratto discografico e a trasferirsi a Los Angeles. “È il bello di fare tutto in autonomia”, dice. “Inizi in questo piccolo posto intimo dove sei solo tu con la tua fanbase”.
A potenziare lo slancio di McRae è stata una strategica padronanza di TikTok, social nel quale parla delle nuove uscite, conversa con altre personalità artistiche e pubblica video spontanei di se stessa che lavora alle canzoni. Le sue clip fanno sentire coinvolta la fanbase in quel che accade dietro le quinte, non solo riguardo al processo creativo ma anche rispetto alle decisioni professionali (chiede spesso al proprio seguito di mettere un like o un commento a dei frammenti audio, in modo da convincere l’etichetta ad anticipare l’uscita delle canzoni). Nel 2020, ‘you broke me first’, struggente ballata sulla fine di una relazione, è diventata virale sull’app quando milioni di utenti hanno postato video dove si sforzavano di sorridere alle parole tristi del testo. L’esistenza di una comunità online permette a McRae di avere uno spazio d’azione come artista. “Uso la mia piattaforma per mostrare alle ragazze giovani che possono mettersi in gioco”, racconta. “Dite quello che pensate. Siate voi stesse”.
Per le artiste più esperte, come Charli XCX, Billie Eilish e Lady Gaga, i social media non sono tanto una meta creativa quanto un trampolino di lancio. Precoce fenomeno britannico che si cela dietro ‘Just for me’, improvviso inno estivo incentrato su un amore giovane e divorante, PinkPantheress ha trasformato la viralità di TikTok in successo nel mondo reale: ha firmato con la Parlophone, ha pubblicato un mixtape di hyper pop artistico e lo-fi (più un album di remix), ha fatto da modella per Marc Jacobs e ha vinto il Sound of 2022 della BBC. In modo analogo, Olivia Rodrigo ha usato il dilagante brusio che si era creato su TikTok intorno alla sua hit ‘drivers license’ per alimentare la campagna del proprio LP di debutto SOUR: a dicembre si è aggiudicata l’Apple Music award per artista emergente, miglior album e miglior canzone dell’anno.
chloe moriondo dice che non sarebbe mai diventata un’artista se non fosse cresciuta divorando i video di Lady Gaga su YouTube. “Le persone che ammiravo facevano quello che volevano”, dice a Apple Music la cantante originaria di Detroit, aggiungendo che quella libertà è stata agevolata dai social media. “Non ho mai percepito alcun limite [online], o che qualcuno stesse cercando di forzarmi a essere qualcosa che non ero. Tutto ciò mi ha dato la sicurezza necessaria per condividere frammenti di canzoni e aspetti della mia identità. È molto meno spaventoso, quando hai visto altre persone esprimere a loro volta se stesse”. Cantautrice queer pop punk che si identifica come non binaria, moriondo ha recentemente preso a chattare con i fan su Twitter, dove il tono sembra quello di un gigantesco, caotico messaggio di gruppo. “Amo creare uno spazio in cui le persone possano sentirsi rilassate e a proprio agio rispetto a ciò che sono, per ascoltare la roba che piace loro senza dover dare un nome né a questa né a loro stesse, se non lo desiderano”, spiega.

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