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Informazioni
Per anni la linea di demarcazione tra cantante e paroliere è stata così netta da sembrare invalicabile. Da un lato il pubblico poteva apprezzare il duro lavoro e le mani sporche di inchiostro degli autori, che scrivevano i loro pezzi al riparo dalle luci della ribalta, come fecero gli indimenticabili artigiani della canzone che, mattone dopo mattone, costruirono il Grande Canzoniere Americano (Irving Berlin, George Gershwin) o alimentarono senza sosta i motori della Motown (tra tutti Holland-Dozier-Holland, Barrett Strong). Tra i grandi parolieri ci sono anche i primi architetti del rock’n’roll come Leiber & Stoller, o il gruppo di penne (fra cui i co-autori Gerry Goffin e Carole King, o Barry Mann e Cynthia Weil) che con instancabile perizia ha trasformato gli uffici del Brill Building di New York in un tempio della musica moderna. Dall’altro lato dello spartiacque, i cantanti davano corpo e sostanza alle parole sotto i riflettori e sul palco, conquistando i cuori di milioni di ascoltatori. Oggi sembra quasi impossibile che artisti come Frank Sinatra, Billie Holiday ed Elvis Presley non abbiano scritto di proprio pugno quei celebri brani che decretarono il loro straordinario successo. Negli anni ’60 tutto cambiò radicalmente: fu in gran parte grazie a Bob Dylan (uno dei primi artisti solisti a rompere gli schemi e a rendere popolare il concetto di cantautore) se la perfetta commistione di questi ruoli divenne un’arte a sé stante. Il fenomeno assunse una portata internazionale, e presto diventò impossibile camminare per le strade di Soho a Londra o tra quelle del Greenwich Village a New York senza imbattersi in qualche moderno cantastorie. Artisti canadesi come Leonard Cohen e Joni Mitchell erano sulla cresta dell'onda, come Donovan e Roy Harper nel Regno Unito, e non dovette passare molto prima che l’immagine del cantautore introspettivo capace di riversare le proprie emozioni nei suoi brani diventasse la norma. Nei primi anni ’70 era quasi d’obbligo essere cantautori perché i propri brani fossero passati in radio: una tendenza che fu sfruttata a pieno da artisti come Jim Croce, Gordon Lightfoot, Don McLean, Joan Armatrading, Kate Bush, nonché dagli esuli del Brill Building, Carole King e Neil Diamond. Nei primi anni ’80 sembrò che i neo-bardi iniziassero a passare di moda, ma giovani artisti della nuova era come Suzanne Vega e Tracy Chapman cambiarono le carte in tavola: da allora i cantautori hanno saputo mantenere il proprio spazio, e di recente artisti come Ed Sheeran, Jack Johnson, Ben Harper e Norah Jones hanno saputo dare nuova energia al genere. Finché esisterà passione per la musica, i cantautori continueranno a essere eroi indiscussi, a cui basta imbracciare una chitarra e raccontare con sincerità le proprie storie per emozionare le folle.