Il crescente e clamoroso successo incontrato tra 2020 e 2023 da Mare Fuori ha reso evidente anche al pubblico più distratto il raffinato talento di Stefano Lentini, che nella colonna sonora della serie TV ha esemplificato una visione caleidoscopica, mai incatenata ai canoni della musica per lo schermo ma governata piuttosto dalla libertà di attingere a universi agli antipodi. Precocissimo appassionato dell’arte della registrazione in studio che ha dichiarato di considerare un’ispirazione tanto Chopin quanto l’heavy metal, John Renbourn e Fabrizio De André, il compositore (nato a Roma nel 1974) ha iniziato a cimentarsi con le atmosfere filmiche a metà degli anni 2000, trovando il contesto ideale in cui sublimare l’interesse per la convergenza di elementi colti e tratti popolari. In una naturale riscrittura della norma per definire i contorni elastici di una classica adeguata al presente, ha collaborato a svariate produzioni televisive e nel 2013 ha pubblicato l’album Stabat Mater, aperto dall’omonimo brano incluso da Wong Kar Wai in The Grandmaster, candidato all’Oscar nel 2014. Ancora al lavoro sui temi di titoli seriali come La porta rossa (dal 2017), per cui rivisita anche Giuseppe Verdi, nel 2018 dà alle stampe Fury, indagine concettuale sulla metamorfosi creativa della rabbia, dove orchestra sinfonica e coro si fondono con sintetizzatori, suggestioni new age e attitudine progressive.