Da Tiziano Ferro a Federico Zampaglione, fino a Luca Carboni e James Blunt, una squadra di penne d’eccezione si mobilita per favorire l’ascesa al successo di Michele Bravi, lanciato dalla vittoria di X Factor nel 2013, a nemmeno 20 anni dalla sua nascita a Città di Castello. Pochi mesi dopo il trionfo sul palco del talent, A passi piccoli ribadisce le qualità di un interprete versatile che capitalizza il vantaggio della giovane età per non bruciare le tappe, attestandosi su un pop garbato a trazione acustica e punteggiato da sprazzi elettronici. Instaurando un filo diretto con i propri fan a mezzo social, il cantante è una delle prime personalità musicali italiane a documentare nella piazza virtuale un processo di crescita che nel 2015 culmina con la pubblicazione di I Hate Music, coraggioso progetto in lingua inglese al quale partecipa anche in qualità di coproduttore e autore. Che le cose stiano progressivamente cambiando lo dimostra con tutta evidenza Anime di Carta, ritratto dell’artista nella sua versione elettropop del 2017, ricca di sfumature sintetiche e potenti pennellate melodiche all’interno di una solida cornice sentimentale. Il periodo oscuro che in seguito lo tiene lontano dalle scene per circa tre anni si conclude con l’uscita de La Geografia Del Buio, struggente trattato di vulnerabilità al tempo della pandemia e manuale per sopravvivere al dolore con l’arma potentissima della sincerità sulle note di un pianoforte trainante.