Popolare e raffinato, poetico e ironico, Lucio Dalla (1943-2012) è un unicum della canzone italiana. Formatosi suonando il clarinetto nei complessi jazz della sua Bologna e di Roma, esperienza che gli lascerà l’iconico canto scat e un intuito musicale fuori dal comune, il giovane Lucio viene rapito dalle scene beat e cantautorali, approdando a Sanremo nel 1966. Su quello stesso palco è il 1971 a sancire la sua ascesa, grazie a ‘4 Marzo 1943’, un canto degli ultimi ripetuto l’anno dopo con ‘Piazza Grande’. Lo sguardo sociale si conferma nella trilogia scritta con il poeta Roberto Roversi tra il 1973 e il 1976, finché in Come è profondo il mare (1977) il musicista decide di usare le sue parole. Brani come la title track ‘Come è profondo il mare’ o l’inusuale e strampalato inno ‘Disperato erotico stomp’, ma anche ‘L’anno che verrà’ o ‘Balla balla ballerino’, dagli album Lucio Dalla e Dalla, ne decretano la piena maturità anche come autore e lo portano al successo, accentuato da un celeberrimo tour negli stadi con Francesco De Gregori del 1979. Dalla pesca inquietudini e fantasie dentro di sé per raccontare l’umanità in tutte le sue sfaccettature, dal lirico al grottesco, celebrando un amore che resiste al crollo delle certezze. La fama non placa la sua voglia di cambiare e sperimentare, che gli restituirà del resto altri successi: da ‘Caruso’ (1986) alla filastrocca di Ron ‘Attenti Al Lupo’ (1990), fino a ‘Canzone’ (1996) scritta con Samuele Bersani. Una ricerca accentuatasi negli anni Zero, quando la musica lirica si è fatta largo nelle sue molte anime.