Nonostante la breve carriera, Lil Peep è riuscito a lasciare il segno, raccontando le inquietudini di una generazione con un linguaggio che coniuga alla perfezione stilemi rap ed emo. • I primi brani compaiono online a metà anni ’10 e colpiscono per l’intreccio tra sample pescati dal panorama alternativo ed elementi trap, su cui si srotolano storie di dipendenza, depressione e amori difficili. • Tra il 2015 e il 2016 escono diversi mixtape ed EP, fra cui crybaby e HELLBOY, che consolidano a livello globale il suo stile confessionale. • I toni malinconici di pezzi come ‘Beamer Boy’ e ‘White Wine’ sono bilanciati da sottili ma evidenti espressioni di autoironia. • L’album di debutto Come Over When You're Sober, Pt. 1 (2017) condensa in una ventina di minuti narrazioni minimali e claustrofobiche, incentrate per lo più sulla distruzione delle relazioni affettive. • Un’overdose accidentale lo stronca pochi mesi dopo la pubblicazione del disco d’esordio e il seguito postumo Come Over When You're Sober, Pt. 2 (2018) raggiunge subito la top ten. • Ha così descritto a Apple Music l’effetto della sua arte sui fan: “Mi dicono sempre che dà una mano a sopravvivere, che allontana dal suicidio. È fantastico e, se tutto ciò è d’aiuto, è un motivo per farlo”. • Familiari, colleghi e amici espandono il suo lascito estraendo dagli archivi singoli quali ‘nuts’ e ‘HIGH FASHION’ (2021), ulteriori conferme di una personalità unica nel mondo delle rime e dei beat.