Jóhann Jóhannsson

Tanto negli album solisti quanto nelle composizioni per il cinema, Jóhann Jóhannsson ha saputo coniugare arrangiamenti d’avanguardia e una strumentazione integrata con maestose visioni sinfoniche. Nato a Reykjavík nel 1969 e formatosi nello studio della tromba e del piano, deve tuttavia parte della propria maturazione alla militanza in varie band di orientamento rock: un portato popolare che traspare con evidenza in lavori pubblicati a suo nome quali Virðulegu forsetar, colmo di corni solenni e vividi paesaggi acustici, e nelle prime partiture per il grande schermo, come The Miners’ Hymns, altrettanto inquietante e alimentata da un imponente organico di ottoni. Inaugurato nel 2013 con Prisoners, il sodalizio col regista Denis Villeneuve ha tra i maggiori esiti le minacciose musiche industriali nominate all’Oscar di Sicario (2015) e dà impulso a una carriera nell’ambito dei temi da cinema che culmina con la vittoria del Golden Globe per il commento a La teoria del tutto di James Marsh, caratterizzato da ricchi intrecci di tastiere ed elementi elettronici con un pianoforte elegiaco e archi glaciali. La morte nel 2018 per insufficienza cardiaca sopraggiunge all’indomani del completamento della colonna sonora per Mandy, un sorprendente passo creativo verso l’utilizzo dei motivi classici tradizionali in un disturbante boato ambient dai contorni dark e black metal.