Nell’arco di una carriera costellata di cambi di line-up e deviazioni stilistiche, i Fleetwood Mac hanno impresso il proprio nome nella storia della musica, grazie a una sapiente miscela di frequenze rock, suggestioni tradizionali e sensibilità pop. La band nasce a Londra nel 1967 da una costola dei Bluesbreakers di John Mayall, plasmando con i primi album un immaginario dominato dall’influsso del blues. Il raggio d’azione si espande con le uscite seguenti a colpi di inserti psichedelici, parentesi folk e note orecchiabili, ma la svolta arriva a metà anni ’70, quando il nucleo composto da Mick Fleetwood (batteria), John McVie (basso) e dalla tastierista e cantante Christine McVie si trasferisce in California e recluta due nuovi membri, Stevie Nicks (voce) e Lindsey Buckingham (chitarra e voce), cambiando per sempre le sorti di una formazione destinata a diventare leggenda. La nuova incarnazione debutta nel 1975 con Fleetwood Mac, che inaugura un rivoluzionario corso melodico e una fase di straordinaria fortuna in classifica. Successivamente, un periodo di tensioni interne sfocia nella pubblicazione di Rumours (1977), autentica pietra miliare al timone delle chart con un susseguirsi di arrangiamenti cristallini, intrecci vocali e motivi irresistibili, mentre nel 1979 Tusk si spinge in territori più sperimentali. Tra progetti paralleli, tour trionfali e occasionali lavori inediti, i decenni successivi consolidano la reputazione di un gruppo di culto.