Daniil Trifonov

Le roboanti vittorie in competizioni di assoluto rilievo hanno dato impulso alla rapida ascesa di Daniil Trifonov verso l’eccellenza delle giovani leve della classica, portandolo alla notorietà come uno dei pianisti da tenere maggiormente d’occhio. È balzato agli onori delle cronache in seguito al trionfo nel 2010 presso il Concorso pianistico internazionale Chopin di Varsavia, dove ha dato sfoggio di eclettismo e coraggio, un rischio non da poco in contesti di tale calibro. L’anno successivo, ha replicato l’exploit aggiudicandosi anche il prestigioso Concorso internazionale Tchaikovsky di Mosca. Nato nel 1991 a Nižnij Novgorod, in Russia, ha proseguito i suoi studi nella capitale, per poi formarsi accanto a Sergei Babayan presso il Cleveland Institute of Music. Le sue incisioni di Chopin sono comparse sugli album di diverse etichette fino al 2013, quando ha firmato con la Deutsche Grammophon, per cui ha esordito con una registrazione dal vivo di un’esibizione solista alla Carnegie Hall. I dischi successivi includono perle come Transcendental (2016), gioiosa esplorazione degli Études di Liszt, e Silver Age (2020), un programma di partiture russe ad alto coefficiente di difficoltà che affianca ai concerti per pianoforte di Scriabin (1896) e Prokofiev (N. 2, 1913) le composizioni soliste, eseguite con rare doti di raffinatezza e immaginazione. Sebbene talvolta le scelte interpretative di Trifonov, come la personalissima libertà ritmica o l’enfasi su linee strumentali secondarie, possano creare divergenze di opinioni, il suo ruolo di pianista che pone una straordinaria arte e capacità tecnica al servizio del pentagramma rimane unanimamente riconosciuto.