Con i loro synth scintillanti, gli inni pop rock dei Bastille sono la colonna sonora avvolgente e a tratti edonistica di un mondo che scivola nella distopia. -Nata come progetto solista del londinese Dan Smith, la band sceglie un nome ispirato alla presa della famigerata prigione parigina e combina in brani dalla drammatica semplicità trame patinate anni ’80 con ritornelli da stadio. -Il quartetto chiarisce subito la propria cifra quando sale alla ribalta grazie all’esordio Bad Blood (2013), un’esuberante miscela di lucido synth pop e rock da stadio, trainata da ‘Pompeii’ e ‘Laura Palmer’. -Con le uscite successive, il gruppo britannico si trasforma rapidamente da creatura indie a fenomeno planetario, ampliando la palette stilistica con cenni R&B e dance in Wild World del 2016, e ricevendo il plauso della critica internazionale con i toni apocalittici del lavoro concettuale Doom Days (2019). -Alla ricerca di un sound sempre più onnivoro, si dedicano nel tempo a collaborazioni entusiasmanti e imprevedibili come quelle con Marshmello (‘Happier’, 2018), HAIM (‘Bite Down’, 2014) e Graham Coxon (‘WHAT YOU GONNA DO???’, 2020). -Nel 2022 danno alle stampe Give Me The Future, riflessione oscura su una società ad alto tasso tecnologico che ha l’ondeggiante suono elettronico di drum machine e vocoder, a cui segue ‘Remind Me’ (2022), meditazione sulla memoria attraversata da un ipnotico riff di chitarra.