Funk Wav Bounces, Vol. 2

Funk Wav Bounces, Vol. 2

Calvin Harris non ha mai evitato improvvisi cambi di rotta. La stesse inquietudine artistica che l’ha aiutato a trasformarsi da un esordiente dell’indie disco a un gigante della dance pop in concomitanza con il suo terzo e quarto album, rispettivamente 18 Months (2012) e Motion (2014), l’ha spinto a deviare dalla strada principale per le vivaci e al contempo calme esplorazioni funk e disco che caratterizzano Funk Wav Bounces, Vol. 1 (2017). In Vol. 2 non ci sono simili snodi creativi, non solo perché le atmosfere esuberanti ed estive di Vol. 1 sono ideali per un po’ di riposo, ma perché Harris sapeva che c’era ancora del lavoro da fare. I ritmi di Vol. 1 sono più compassati, ma il suo approccio all’album è stato molto simile a quello di un produttore dance che crea beat elettronici. “Con questo è stata una cosa del tipo ‘Voglio avere batterie vere e chitarre’”, dichiara a Zane Lowe di Apple Music. “Voglio strati di suono, grinta e sporco. E non voglio che tutto sia mixato alla perfezione, ma più qualcosa alla Sly & The Family Stone, da mixare al volo, in cui si dica ‘Adesso sta per fare un assolo!’, alzi il volume ed è troppo forte. Volevo qualcosa che si sentisse nel petto, in senso buono”. In Vol. 2 il basso rimbalza, schiaccia e pulsa, sempre con l’obiettivo di creare un ritmo profondo e languido. Le tastiere scintillano come la luce del sole sulle acque di una spiaggia da paradiso fiscale, mentre le chitarre si spezzettano su ritmiche disco. Scorrendo la sua rubrica, Harris mette insieme nomi diversi per dare vita a intriganti combinazioni. Jorja Smith e Lil Durk percorrono due vie distinte per parlare di cuori spezzati in ‘Somebody Else’: la cantautrice britannica mette insieme frustrazione e amor proprio, mentre il rapper di Chicago è pungente nella sua incredula indignazione. Nel frattempo Pharrell, Halsey e Justin Timberlake mescolano insieme desiderio, abbandono e trepidazione nella notte di avventure di ‘Stay With Me’. Harris non ha convocato questi colleghi solo per decorare con una patina dorata la sua musica: è interessato a chi può arricchire i suoi pezzi con finiture imprevedibili. Basti pensare al volubile flow di Young Thug che si avviluppa attorno al miele vocale di Dua Lipa in ‘Potion’: “Come fa a pensare a questi elementi e questi flow e al modo in cui si avvolgono intorno al beat in un modo che non potrei mai e poi mai immaginare?”, dice Harris. “Essere in studio con lui mentre registra, assistere al processo creativo e sentire dove fa a finire è come avere il cervello altrove. La sua è la menta di un genio. È pazzesco essere testimoni di tutto questo”. Il clima del disco è per lo più mite e allegro. 21 Savage passa in rassegna i simboli del suo successo in ‘New Money’, mentre in ‘Woman of the Year’ Stefflon Don, Chlöe e Coi Leray omaggiano la resilienza e l’indipendenza. Busta Rhymes cerca di tener testa al levigato funk di ‘Ready or Not’ con scoppiettante allegria, e anche le disperazioni amorose di Charlie Puth, che di colpo sembra simile a Michael McDonald, vengono rincuorate dall’esuberante yacht rock e dalle spezie giamaicane di Shenseea. Tutto questo riflette la gioia che Harris trova nelle collaborazioni. “È qualcosa che mi emoziona nel fare musica”, dichiara. “Posso lavorare con persone che possono esprimersi come non farebbero quando fanno la loro musica, a causa delle politiche delle etichette o delle aspettative dei fan. È come dire loro ‘Non c’è alcuna pressione. Ti offrirò un posto dove andare a farti una risata. Ti prometto che suonerà bene. Magari non sarà una hit, ma ti divertirai. E magari potrai finire su un pezzo accanto a nomi per te inimmaginabili’. Se riesco a esprimere tutto questo, solitamente ci stanno”. Di questi tempi, un ulteriore divertimento nell’ascoltare un album di Calvin Harris sta nel cercare di anticipare i suoi sviluppi futuri e individuare gli indizi del suo prossimo cambiamento. In questo disco tutto ciò può essere trovato in ‘Lean on Me’, dove Swae Lee compiange malinconicamente la fine dell’estate fronteggiato da un velo di chitarre dream pop, a sua volta perforato da un assolo soft rock. Sebbene ci stia invitando a crogiolarci nel tepore e a festeggiare ancora un po’, Harris sta già pensando a dove dirigersi quando la festa avrà termine.

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