CALM

CALM

Benvenuti nella nuova era dei 5 Seconds of Summer, ancora più entusiasmante della precedente. La band australiana ha avuto due vite: prima è quella del pop punk dell’adolescenza, passata ad aprire i concerti degli One Direction negli stadi di tutto il mondo (l’omonimo LP di debutto del 2014 e Sounds Good Feels Good nel 2015). Poi sono scomparsi per due anni e sono diventati adulti, per riemergere come una delle maggiori band del pianeta: appartengono a questa fase Youngblood, del 2018, e CALM, il loro espansivo quarto lavoro che prende il titolo dalle iniziali dei nomi dei membri del gruppo, Calum Hood, Ashton Irwin, Luke Hemmings e Michael Clifford. Sono lontani i tempi dei loro vivaci power chord in palm mute. Qui si parla dei 5SOS 2.0, un quartetto di musicisti virtuosi che attraversano con entusiasmo il pop e il classic rock, si lasciano influenzare dalle fantasticherie degli anni ’70 (‘Red Desert’), dal synth pop anni ’80 dei New Order (‘Teeth’) e dall’industrial rock mainstream (‘Easier’). “È un album della maturazione”, dice il cantante Luke Hemmings ad Apple Music. “Abbiamo trovato il nostro passo e l’abbiamo seguito”. La crescita ha un suono coesivo e caotico, nel segno della penetrante cronaca culturale (‘No Shame’), della produzione sanguigna (‘Best Years’) e dell’indolente vibrato vocale (‘Not in the Same Way’). Hemmings analizza qui ogni traccia di CALM e spiega come la sua creazione sia avvenuta in un’atmosfera che contraddice in pieno quella suggerita dal titolo. “Tutti fanno degli errori a 20 anni e questo [disco] coglie questo aspetto in maniera decisamente onesta”, dice. “Nel bene o nel male”. Red Desert “Abbiamo fatto una cover di ‘Killer Queen’ dei Queen, prima di scrivere questa canzone. Avevamo cantato un’armonia tutti insieme per otto volte, poi la successiva armonia, ancora insieme, in regia, costruendo queste enormi voci di gruppo come avrebbero fatto loro. Credo che ci abbia aperto gli occhi su quello che potevamo ottenere come band dal punto di vista vocale. Volevamo mostrare che tutti cantiamo ma che possiamo farlo in un modo diverso rispetto a quando eravamo più giovani, una cosa alla Eagles o Crosby Stills Nash: quelle grandi armonie rock.” No Shame “Abbiamo messo in chiaro, credo, che anche se questa è una specie di istantanea di come vediamo la società e di come possano vederla un sacco di persone, noi stessi ne facciamo parte e non stiamo puntando il dito contro nessuno. È tutto online.” Old Me “Dal punto di vista del testo, questa canzone parla di riconoscere gli errori, di andare avanti con la propria vita e capire che non sei la persona che eri quando eri più giovane ma anche del fatto che devi fare determinate cose e commettere certi errori per progredire e crescere come individuo.” Easier “[Abbiamo scritto] con Andrew Watt, Ali Tamposi, Ryan Tedder e Charlie Puth. Quando l’abbiamo composta, non avevamo ancora cominciato a lavorare all’album. Stavamo immaginando quello che volevamo fare. Eravamo molto presi dalla New Wave e dai Nine Inch Nails. È stata il punto di partenza.” Teeth “Adoro questa canzone. Ha quella cassa trainante e quel basso... Cercavamo di fare un pezzo senza rullante. Qui c’è qualche colpo ma è soprattutto cassa. E tutti gli altri beat sono prodotti dal mio respiro. Tom Morello suona l’assolo alla fine e simula quasi un rullante con la sua chitarra”. Wildflower “Questo è il lato più luminoso dell’album. Per noi, è un passo avanti: possiamo fare queste parti vocali da stadio ma anche grandi inni positivi ed euforici, senza essere noiosi.” Best Years “Il primo demo era solo chitarra e voce. Io e Ryan [Tedder] abbiamo scritto una buona parte con le voci per conto nostro e poi è arrivato The Edge degli U2 a suonare la chitarra sul bridge. È stato incredibile. La canzone è una bellissima lettera d’amore, qualcosa che sentivo di dover buttare fuori. È il songwriting nella sua forma migliore: catartico.” Not in the Same Way “A parte il bridge, questa canzone è venuta fuori in 30 minuti. È stata una delle più eccitanti da scrivere in studio. Quasi non riuscivamo a capacitarci di quanto velocemente stesse procedendo. È una caotica storia d’amore all’inizio di una relazione, in cui cerchi di capire la tua controparte.” Lover of Mine “Volevo ottenere una vibrazione alla Jeff Buckley. L’ho scritta con la mia fidanzata [Sierra Deaton] e l’ho portata in studio. L’abbiamo finita lì, con tutti gli altri.” Thin White Lies “Amo il groove nel ritornello. Stavamo cercando un mood alla Cure nella chitarra delle strofe. Il mio verso preferito qui è ‘I don’t think I like me anymore’ [‘Non credo di piacermi più’]. C’è una tale onestà quando arrivi al punto in cui senti te stesso come un estraneo. Mi piace come la canzone immortala quel momento.” Lonely Heart “La canzone è davvero bellissima. Mi piace la metafora del ballo in alcune delle strofe. Suona un po’ Depeche Mode, nel ritornello. Il che mi garba molto. È tutto abbastanza New Wave.” High “Scrivere canzoni – e questa canzone in particolare - è in sé un atto di grande egoismo. Il testo [‘I hope you think of me high/I hope you think of me highly’] è molto intelligente ed egocentrico. Amo l’onestà. Ecco perché volevo usarla per chiudere l’album. Avevo questi accordi nella mia testa. Volevo davvero un pezzo beatlesiano con accordi eccentrici. Mi piace questo narcisismo, in una versione dolce e senza pretese.”

Altre versioni

Video extra

Seleziona un paese o una regione

Africa, Medio Oriente e India

Asia Pacifico

Europa

America Latina e Caraibi

Stati Uniti e Canada