Beatopia (The Antidote Edition)

Beatopia (The Antidote Edition)

“Volevo solo espandermi”, dice beabadoobee a Apple Music parlando del suo secondo album, Beatopia. Dopo un debutto insulare come Fake It Flowers, composto in camera da letto e denso di schiette riflessioni sul caos dell’adolescenza, la cantautrice londinese era pronta per uscire dai confini delle pareti domestiche e della propria mente. Una volta allentate le misure più restrittive imposte dalla pandemia, Beatrice Laus (vero nome di beabadoobee) si è chiusa in uno studio nel sud-ovest di Londra con l’amico e producer Jake Bugden, allo scopo di sperimentare un altro modo di fare musica. “Credo sia stata la prima volta in cui ho collaborato così intimamente con un altro musicista”, spiega. (Tre dei pezzi del disco sono stati scritti insieme a Matty Healy di The 1975, e c’è anche una collaborazione con PinkPantheress). “Mi sono sentita molto più a mio agio. Tutto aveva senso”. Dopo aver rivisitato in Fake It Flowers dei nomi simbolo degli anni ’90 con cui è cresciuta, era inoltre pronta ad ampliare i propri orizzonti. “Non c’erano regole”, ricorda. “Abbiamo creato una playlist davvero lunga con tutte le canzoni che amiamo, e sono molto diverse l’una dall’altra. Non voglio vincolarmi a un genere, ho capito che posso fare ciò che voglio”. Il risultato è un album che mostra un lato più leggero e luminoso di beabadoobee, in cui le nubi che oscuravano Fake It Flowers sembrano essere sparite. È una raccolta di brani che parlano di amore, di stare fuori fino a tardi durante il weekend, di prendersi cura della propria persona e, soprattutto, di apprezzare il supporto di una vera rete di amicizie. “In Fake It Flowers penso di aver descritto molte esperienze negative, e questo mi ha aiutata a superarle”, dice. “Credo però che Beatopia rappresenti il momento in cui ho finalmente accettato il mio passato”. Anche il titolo (per il quale Laus indica la pronuncia bay-a-topia) è incentrato sull’accettazione di sé, riferimento a un mondo immaginario che l’artista si era costruita all’età di 7 anni per sfuggire dalla realtà, poi abbandonato in seguito alle prese in giro di un insegnante delle elementari. “Riprendere l’idea di Beatopia significava accettare delle parti di me di cui non mi sentivo sicura”, continua. “Finalmente ho sentito che stavo diventando una persona migliore e che stavo acquisendo una maggiore fiducia in me stessa”. Continua a leggere mentre beabadoobee ci guida all’ascolto di quest’opera onirica, comprese le quattro tracce acustiche della Antidote Edition. “Beatopia Cultsong” “È stato un episodio abbastanza sperimentale e diverso. E penso fosse l'ideale per aprire Beatopia. Apprezzavo davvero la gente che mi circondava. Io e Jacob abbiamo lavorato con Soren [fidanzato di Laus] e Molly [fidanzata di Bugden], ed è successo in modo del tutto improvvisato. Ho pensato che fosse perfetta per iniziare l’album, perché rappresenta l’amicizia e un omaggio a tutte le persone che mi hanno aiutata nel corso della mia vita. Serve a introdurre ‘10:36’, che ha più un significato del tipo ‘Ti trovi qui’”. “10:36” “Sinceramente, con questo pezzo volevo solo divertirmi. La principale ispirazione sonora viene dai Frou Frou, mentre nel break abbiamo ripreso i Teenagers [band francese]. Avevo quel riff da prima di Fake It Flowers e non sapevo che farne. Ma dopo essere entrati in studio, tutto ha assunto un senso. Volevo qualcosa di rumoroso. Volevo qualcosa di molto orecchiabile e ripetitivo, ma anche piuttosto brutale. Ai tempi di Fake It Flowers, il mood era ‘Dev’essere totalmente incentrato sulla mia vita’. Questa è stata la prima volta che ho suonato con l’idea che non sempre devo parlare delle mie esperienze. È stato rinfrancante”. “Sunny Day” “Volevo scrivere una canzone come ‘Sunny Day’ da una vita, ho sempre desiderato fare qualcosa che si avvicinasse all’R&B. E l’unica cosa che mi frenava era il pensiero della gente. È stata [scritta] in un periodo molto prolifico, insieme a Jacob. È stato facile. Volevo qualcosa di pop, di immediato e che ti entrasse in testa, quasi come una divertente ninnananna da ballare. Amo Nelly Furtado, amo Corinne Bailey Rae. Ho pensato ‘Devo fare qualcosa di simile”. “See you Soon” “Stavo decisamente prendendo spunto dai Broken Social Scene. L’impianto sonoro è perfettamente allineato al testo. E ho l’impressione che i Broken Social Scene siano soliti cantare un verso più e più volte, riuscendo a colpire nel segno grazie alla coerenza musicale. L’ho scritta dopo aver preso dei funghetti, ed è stata un’esperienza così pazzesca che volevo qualcosa che me la ricordasse. È stato come aprire gli occhi sulla mia vita. Resta il mio brano preferito di Beatopia. È un po’ come se nel bel mezzo del trip, mentre sto per abbandonare il mio corpo, dicessi a me stessa ‘Ci vediamo presto’”. “Ripples” “Trovare un equilibrio in questa traccia è stato abbastanza complicato. La notte precedente, Matt [Healy, di The 1975] mi aveva mostrato un video di Paul Simon che scriveva una canzone da zero in TV. E mi sono resa conto che volevo fare un bel pezzo cantautorale, di stampo classico. È molto personale: parla di crescita, di riflessione e di fare affidamento sulle amicizie che ti circondano, affinché ti facciano stare bene. Poi parto per andare in tour e mi ritrovo sola. A volte andarsene significa riuscire ad apprezzare molto di più ciò che hai, una volta che fai ritorno”. “The Perfect Pair” “Il testo è stato piuttosto difficile, dal momento che è abbastanza specifico. Parla di accorgersi che le cose che odi in una persona sono quelle che ti ricordano di te: per questo si intitola ‘The Perfect Pair’. Non avevo mai fatto nulla di simile, volevo realizzare qualcosa con un beat di matrice bossa nova. È anche stata la prima volta in cui ho davvero esplorato le potenzialità della mia voce”. “Broken Cd” “Ci lavoro da quando ho 17 anni. Volevo che suonasse come un CD rotto, che ripete la stessa cosa in continuazione. Credo che sia la perfetta rappresentazione dell’impegno congiunto tra me e Jacob. Il momento salvifico del brano è quando dice ‘Puoi finalmente respirare ed essere felice’. Ma poi torni all’inizio e, anche se il testo e gli accordi sono gli stessi, dà un’impressione diversa, come se fosse un viaggio differente”. “Talk” “Sapevo di poter scrivere una canzone simile in modo ottimale. È il terreno su cui mi muovo meglio. Era la prima volta che suonavamo insieme come una band, ed è stato divertente e caotico, è stato fantastico. Il riff principale è tipo quello di ‘Maps’ degli Yeah Yeah Yeahs, ma nella versione demo a quattro tracce. L’idea di base è che è martedì notte e pensi ‘Fanculo’. Non è così profonda. Volevo che il ritornello fosse orecchiabile e facile da capire. Ho pensato di nuovo ‘Non prendiamo tutto troppo seriamente’”. “Lovesong” “Adoro scrivere pezzi d’amore. Puoi uscirtene con la roba più strana del mondo, e avrebbe senso solo per te. Questa è una delle tracce più personali sul mio fidanzato. In tutti i miei dischi ci dev’essere una canzone che parla del mio ragazzo, perché è una parte fondamentale della mia vita. Con la frase ‘I missed the train again/I called your name as if you'd drive it back’ [‘Ho perso di nuovo il treno/Ho chiamato il tuo nome come se potessi portarlo indietro’] penso di aver descritto perfettamente l’innamoramento. Quando ti innamori, la tua mente è ossessionata. Pensi esclusivamente a quella persona, senza nemmeno accorgertene davvero”. “Pictures of Us” “Qui voglio dare tutto il merito a Jacob e Matthew. Era un brano di Matty: me l’ha affidato e ho cambiato la prima parte del testo, che era incentrata sulla sua infanzia. Volevo parlare di quando ero piccola e di una ragazza che conoscevo, di cui ho scritto anche in Fake It Flowers. Ripercorreva tutte le follie che facevamo da adolescenti. Il verso scritto da Matty è ‘She reminded me that God started with a capital letter’ [‘Mi ha ricordato che Dio iniziava con una lettera maiuscola’]. È aperto a diverse interpretazioni. Per quanto mi riguarda, descrive una persona che ammiri profondamente ma con cui non riesci a capirti. Eppure ci provi”. “Fairy Song” “Volevo fare un pezzo che ricordasse i 10 comandamenti, ma secondo le mie regole. Inoltre, ho sempre voluto fare qualcosa che si ispirasse ai Cibo Matto. C’è un verso che dice ‘I know you’re sad, because someone died, but I’m not gonna sit inside and do nothing’ [‘So che sei triste perché è morta una persona, ma non me ne starò seduta al chiuso a fare niente’]. Jacob l’ha scritto dopo la morte di MF DOOM, perché ne è stato profondamente colpito. Il testo invita a non restare intrappolati nelle cose che ci fanno sentire da schifo e a concentrarci su ciò che vogliamo fare attivamente per sentirci meglio”. “Don’t Get the Deal” “Ho sempre voluto fare una canzone che fosse una specie di botta e risposta tra un ragazzo e una ragazza. La voce maschile è quella di Jacob, e abbiamo scritto il pezzo insieme a Jack dei Bombay Bicycle Club. Ha trovato gli accordi e ho avuto l’impressione che tutto fosse molto naturale. A tratti diventa anche un po’ pesante, e poi c’è una sezione che quasi ti riporta alla parte bossa nova dell’album. Credo parli dell’idea di manipolare una persona o semplicemente di non essere la presenza migliore per questa persona, ma avete una dipendenza reciproca”. “Tinkerbell Is Overrated” “Questo è il mio testo preferito di tutto l’album, perché parla dei corvi che vivono sopra la mia stanza, degli insetti che stanno in camera mia e di abbandonarsi alla follia. L’ho scritta in studio ma avevo in mente il periodo in cui ero in isolamento per il COVID, quando sono letteralmente impazzita. Ma è anche stato uno dei momenti migliori della mia vita, perché sentivo di averne bisogno. Volevo qualcosa di giocoso e PinkPantheress era perfetta, ha reso benissimo la melodia. È una mia cara a mica. Non me ne rendevo conto allora, ma riascoltando l’album mi accorgo che è molto legato all’amicizia. Parla delle persone che mi circondano e di apprezzare tutto. Aveva perfettamente senso che l’unica collaborazione fosse con un’amica”. “You’re Here That’s the Thing” “Questa è l’ultima traccia del disco e rappresenta al 100% il momento dei titoli di coda sullo schermo. Volevo che l’album restituisse la sensazione di un film o di una colonna sonora, perché era una cosa che desideravo davvero fare. Ricorda un po’ ‘Hai un amico in me’ di Toy Story, qualcosa di molto dolce, diretto e carino. L’ho scritta anche insieme a Matty Healy. Io ho composto le strofe e lui mi ha dato l’idea per il ritornello. Gli ho chiesto ‘Cosa intendi?’ e lui ha risposto ‘Sai che c’è? Non lo so, ma è divertente’. Allora ho detto ‘Ok, facciamolo. Non importa cosa sia illegale in California. Potrebbe essere qualsiasi cosa’”. Tracce della Antidote Edition “Suonare ‘10:36’ in versione acustica mi sembrava la scelta giusta, perché è così che l’ho scritta. È così che ho scritto tutte le mia canzoni, su una chitarra acustica. Per questo sembrano molto genuine. Chiunque ama gli Strokes, sono iconici. E mi sono ispirata un sacco ai loro video e alla loro estetica nel complesso, perciò mi sembrava corretto reinterpretare uno dei loro pezzi, ‘The Adults Are Talking’”.

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