Pochi compositori e parolieri hanno lasciato il segno su Broadway come Stephen Sondheim. Dagli esordi negli anni '50 al fianco di Leonard Bernstein, i suoi versi hanno incantato con incastri di ritmo e melodia. Da una New York shakespeariana alle fiabe, non esistono mondi inesplorabili per la sua penna gotica, brillante e drammatica. Negli arazzi polifonici delle voci soliste e nei cori alla greca, i punti di vista si moltiplicano e danno un effetto di rifrazione delle storie e dei temi. Ne risulta un inseguimento di fraseggi, talvolta inquieti, che genera un unico flusso narrativo e sonoro.