È fra tastiere sontuose e pizzicati latineggianti che Robert Plant si presenta in veste solista all'inizio degli anni '80, bilanciando le tendenze da crooner e gli zenit del proprio ventaglio dinamico. Gemiti e spoken word fanno capolino tra le modulazioni del pulito, mentre all'elettronica dei synth che anima le parentesi pop rispondono le percussioni di un folk psichedelico. Se il passato bussa alla porta in prestigiosi camei di chitarra, i duetti con Alison Krauss e il suo violino spingono le placide interpretazioni del britannico nelle lande country e R&B di un'America cantautorale.