Tra i motivi del successo del dancehall negli anni Zero, uno è piuttosto evidente: anche quando vuole essere sporco e cattivo non perde la propria carica sensuale da centro della pista. Le sonorità roots dei legittimi eredi di Bob Marley si mescolano all'estetica hip-hop dell'autotune, in un'ondata di riddim e sintetizzatori che schiera i grandi nomi del settore, da Beenie Man a Shaggy.