Ornette Coleman

- Lonely Woman
- The Shape of Jazz to Come · 1959
- Congeniality (feat. Don Cherry)
- The Shape of Jazz to Come · 1959
- The Fifth of Beethoven
- The Art of the Improvisers · 1970
- Sleep Talk
- Of Human Feelings · 1979
- Check Out Time (Alternate Version)
- Love Call · 1968
- Eventually (Remastered)
- The Shape of Jazz to Come (Remastered) - EP · 2010
- Chronology (Remastered)
- The Shape of Jazz to Come (Remastered) - EP · 2010
- Focus on Sanity (Remastered)
- The Shape of Jazz to Come (Remastered) - EP · 2010
- Mugwumps
- Naked Lunch (The Complete Original Soundtrack Remastered) [Collector's Edition, Vol. 6] · 1992
- Congeniality (Remastered)
- The Shape of Jazz to Come (Remastered) - EP · 2010

Change of the Century

Change of the Century

Ornette Coleman continua a liberare il jazz da ogni zavorra armonica e aumenta la componente improvvisativa e melodica del proprio stile, intrecciando le note del suo sax alto con il duro timbro della tromba pocket suonata da Don Cherry. In Change of the Century assoli che rileggono il gospel, intuizioni esotiche e destrutturazioni bop punteggiano un percorso free che va dalla rutilante verve di ‘Ramblin'’ alle spigolose e spontanee soluzioni adottate nella title track.
The Shape of Jazz to Come

The Shape of Jazz to Come

Il trionfo dei fiati e del ritmo è solo la prima delle invenzioni inserite da Ornette Coleman in un album completamente privo di strumenti a corda e che contiene in sé i germi e uno dei brani iconici del free jazz come ‘Lonely Woman’. Il profondo desiderio di mettere in musica i sentimenti porta il musicista a imbracciare il suo sax di plastica bianca e a cambiare forma all’improvvisazione, procedendo per libere associazioni melodiche semplicemente ispirate al tema dominante e fuori dal sistema armonico degli accordi. Il 22 maggio del 1959, il quartetto con Don Cherry alla cornetta, Charlie Haden al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria si affranca dal giogo della tonalità e si affida all’estro e al potere evocativo delle note, sperimentando sul tempo nella ballata di apertura, evidenziando i fluidi scatti del leader in ‘Eventually’ e forzando con ripetute variazioni il bop negli ultimi due pezzi di un disco seminale.